Il Joga Pradīpikā , pubblicato nel 1737, è un manuale di Haṭhayoga scritto in un antico dialetto Hindi,in cui forme e vocaboli delle lingue conosciute come Braj Bhasa e Khari Boli si fondono con alcuni elementi di sanscrito [1] . Il cammino dello Yoga, nella Joga Pradīpikā viene diviso in sette parti o branche - सप्ताङ्ग Saptāṅga - che risultano sostanzialmente diverse da quelle descritte nello अष्टाङ्ग aṣṭāṅga di Patañjali: 1. षटकर्म ṣaṭkarma (le “sei purificazioni” ovvero purificazione delle narici, del tratto digerente, dell’addome, del colon, del cranio e degli occhi); 2. मुद्रा mudrā (intesi come “bandha” e non come gesti delle mani. Joga Pradīpikā ne elenca 24); 3. आसन āsana (nel testo vengono citate 84 posture spesso diverse nei nomi e nella descrizione dagli āsana dello Yoga moderno); 4. प्राणायाम prāṇāyāma (inteso come “sospensione” o कुम्भक kumbhaka; il joga Pradīpikā ne elenca 8); 5. मन्त्र mantra (inteso come recitazione e visualizione del
Ho trovato sui social molti interventi e discussioni sul tema dell'Ego e dell'identificazione con il corpo nello Yoga. Entrambi - Ego e identificazione con il corpo - sono dipinti in maniera negativa e sono considerati degli ostacoli nella pratica. Spesso, per motivare queste considerazioni, si fa appello a Patañjali, considerato - almeno dal XIX secolo - il padre dello Yoga, ma come si può appurare studiando i versetti dello Yoga Sūtra - Patañjali non sembra assolutamente confermare l'attuale visione dualistica e pessimistica sul lavoro sul corpo e sui rapporti tra Ego e forma fisica. Si legge in 2.6: दृग्दर्शनशक्त्योरेकात्मतेवास्मिता ॥६॥ dr̥g-darśana-śaktyor ekātmatevāsmitā ॥ 6 ॥ Ovvero: 2.6. Asmitā consiste nell’identificare il “veggente” con gli strumenti della percezione [1] . Asmitā (अस्मिता), traducibile con "egotismo", "egoismo", "egoità", è la parola sanscrita che più si avvicina al concetto di " ego assoluto" ( a